Uno dei fattori più comuni alla base della #sofferenza psicologica risiede nelle domande formulate in modo inadeguato dal punto di vista linguistico o prive di senso logico. Ma è davvero possibile che una singola domanda possa avere un impatto così devastante sulla mente umana? Una vasta tradizione di ricerca scientifica conferma questa ipotesi.
Già dalle prime teorie sull'origine ideogenetica del #trauma psichico (Sbattella, 2020), è emerso che alcuni elementi cognitivi possono essere particolarmente dannosi per la salute mentale. Si tratta di pensieri e convinzioni capaci di confondere i processi comunicativi, disorientare il comportamento, bloccare la razionalità e suscitare emozioni intense e dolorose (Nardone & De Santis, 2011). Cecchin e Apolloni (2003) hanno descritto il ruolo delle "idee perfette", che spesso sostengono le sofferenze psicologiche e ostacolano il #cambiamento.
Anche gli studi della tradizione cognitivista hanno evidenziato il potere #disfunzionale di determinati schemi di pensiero e distorsioni cognitive (Beck, Rush, Shaw & Emery, 1979; Semerari, 2000). Alcune categorie mentali, influenzate dal contesto culturale, possono limitare la nostra percezione della realtà e generare giudizi su di sé e sul mondo che rappresentano ostacoli significativi per il benessere personale e interpersonale (Cecchin, Lane & Ray, 1997).
Le domande controfattuali si basano su un processo intrinsecamente problematico: la negazione degli eventi reali. Esse si fondano su un'operazione immaginativa che parte da una realtà storicamente irreversibile per poi negarla attraverso la fantasia. Nella logica formale, un enunciato controfattuale è un'asserzione condizionale in cui l'antecedente nega un fatto accaduto (Lewis, 1973; Menzies et al., 2019). Ad esempio: "Non sarei stata aggredita per strada se avessi dato ascolto alla nonna". In questa formulazione, si genera un'ipotesi irrealistica che si oppone all'esame di realtà, sostituendo la struttura logica "se A allora B" con "se non A allora B, C, D...". Tuttavia, poiché "non A" non può esistere, in quanto l'evento si è già verificato, il soggetto entra in una spirale di infinite alternative ipotetiche.