La Detached Mindfulness è un approccio ai processi cognitivi che favorisce una gestione più efficace di fenomeni come rimuginio e ruminazione, spesso associati a disturbi d’ansia e depressivi. Introdotta da Wells e Matthews (1994), questa tecnica aiuta a modificare il rapporto con i propri pensieri, sviluppando un controllo flessibile dell’attenzione e degli stili cognitivi (Wells, 2018).
Si tratta di una consapevolezza oggettiva degli eventi mentali, senza analisi concettuale o tentativi di modificarli. Il termine mindfulness indica la consapevolezza dei propri pensieri, mentre detached si riferisce al distacco emotivo nei loro confronti. In altre parole, l’individuo assume il ruolo di osservatore esterno, lasciando scorrere i pensieri senza esserne coinvolto.
Secondo Wells (2005), la Detached Mindfulness si basa su cinque principi:
- 💬Meta-consapevolezza – riconoscere i propri pensieri.
- 💬Decentramento cognitivo – considerare i pensieri come eventi, non come realtà assolute.
- 💬Distacco attentivo – mantenere un’attenzione flessibile.
- 💬Bassa elaborazione concettuale – ridurre l’analisi e l’interpretazione.
- 💬Strategie di coping non evitanti – accettare i pensieri senza cercare di eliminarli.
A differenza della meditazione, la Detached Mindfulness non si focalizza sul momento presente, ma sulla relazione con i pensieri. Non è un meccanismo di evitamento, ma uno strumento per osservare il flusso mentale senza reazioni impulsive.
Un esempio pratico è immaginare la mente come una stazione ferroviaria, in cui i pensieri sono treni che passano senza bisogno di salirci. Questa prospettiva aiuta a ridurre l’impatto emotivo dei pensieri, migliorando flessibilità cognitiva e benessere psicologico.