L’enterocezione è la capacità di percepire i segnali provenienti dagli organi interni, regolando funzioni vitali come battito cardiaco, respirazione, fame e temperatura corporea. Oltre a influenzare il benessere fisico, svolge un ruolo chiave nella consapevolezza emotiva.
Un’alterata percezione enterocettiva è implicata in vari disturbi psicologici. Nei disturbi d’ansia e nel panico, una maggiore sensibilità ai segnali corporei può portare a interpretazioni catastrofiche, scatenando attacchi di panico. Al contrario, alcune persone ansiose mostrano una minore accuratezza enterocettiva, suggerendo una relazione complessa tra ansia e percezione corporea. Nella depressione, una scarsa consapevolezza enterocettiva è associata a sintomi più gravi, come anedonia e difficoltà nel riconoscere stati emotivi. Nei disturbi alimentari, alterazioni della percezione di fame e sazietà favoriscono comportamenti disfunzionali, mentre nei disturbi dello spettro autistico si osservano ipersensibilità o iposensibilità ai segnali corporei. Nel disturbo ossessivo-compulsivo, un’elaborazione errata delle sensazioni interne può portare a rituali compulsivi per alleviare il disagio.
Diverse strategie terapeutiche mirano a migliorare l’enterocezione. L’esposizione enterocettiva, utilizzata nella terapia cognitivo-comportamentale per il panico, aiuta a ridurre la paura delle sensazioni corporee. Il Capnometry-Assisted Respiratory Training (CART) insegna a controllare la respirazione per prevenire l’iperventilazione. Tecniche come la mindfulness e la meditazione favoriscono una maggiore consapevolezza corporea, migliorando il rapporto con le proprie sensazioni interne.
Comprendere e modulare l’enterocezione può rappresentare una risorsa chiave nella prevenzione e nel trattamento di numerose condizioni psicopatologiche.