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Incubi notturni: cause, diagnosi e trattamento

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Gli incubi notturni rappresentano un fenomeno comune caratterizzato da contenuti onirici angoscianti, che possono generare ansia e stress. L’approccio contemporaneo, in particolare quello cognitivo-comportamentale (CBT), attribuisce invece la loro insorgenza a schemi cognitivi disfunzionali e credenze negative, spesso legate a eventi traumatici. La CBT interviene attraverso la ristrutturazione cognitiva e la rielaborazione dell’incubo, tecniche finalizzate a modificare la percezione della minaccia nel sogno e ridurne l’impatto emotivo.


Dal punto di vista diagnostico, il DSM-5 classifica gli incubi come sogni spiacevoli e minacciosi che causano risvegli con angoscia e interferiscono con il funzionamento diurno. Essi possono essere sintomo di diversi disturbi psicopatologici, tra cui il disturbo post-traumatico da stress (PTSD), il disturbo d’ansia generalizzato e il disturbo bipolare. La distinzione tra episodi isolati e incubi ricorrenti, definiti come eventi che si verificano almeno una volta a settimana per un mese, è fondamentale per una corretta diagnosi clinica.


Il trattamento degli incubi si avvale di diverse strategie terapeutiche. La CBT rappresenta l’intervento d’elezione, supportata da tecniche specifiche come la rielaborazione immaginativa del sogno e l’esposizione graduale ai contenuti onirici disturbanti. Nei casi di incubi legati a esperienze traumatiche, la terapia di esposizione (ITE) si è dimostrata efficace nella desensibilizzazione emotiva. La regolazione del sonno attraverso interventi comportamentali e, in alcuni casi, il supporto farmacologico con antidepressivi SSRI possono essere opzioni aggiuntive. Tuttavia, l’approccio terapeutico deve essere personalizzato sulla base della storia clinica del paziente, enfatizzando l’importanza di una valutazione specialistica per un trattamento mirato.


Se gli incubi sono frequenti e influenzano la vita quotidiana, consultare un professionista è fondamentale.