Ricerche recenti mostrano che i chatbot avanzati, grazie all'apprendimento automatico, riescono a interpretare il linguaggio naturale, il tono emotivo e persino adattarsi al contesto. Uno studio di Mittelstädt et al. (2024) ha evidenziato come strumenti basati su modelli linguistici avanzati, come GPT-4, abbiano ottenuto punteggi elevati nel Situational Judgment Test (SJT), dimostrando capacità di giudizio sociale paragonabili a quelle umane.
Tuttavia, altre ricerche, come quella di Wang et al. (2024), mettono in discussione questa competenza. Secondo i loro risultati, i chatbot non comprendono davvero l'intelligenza sociale, ma individuano pattern ricorrenti, simulando piuttosto che vivendo l’esperienza sociale. In particolare, mancano di una componente essenziale: l’esperienza soggettiva e la consapevolezza emotiva.
🌟 Ma cosa pensano gli utenti?Nell'era della AI-Mediated Communication (AI-MC), molte persone attribuiscono alle IA caratteristiche umane, sentendosi validate e comprese. Studi recenti parlano di "economia dell'intimità mediata dall'IA" (AMIE), in cui i chatbot non si limitano a comunicare, ma creano esperienze personalizzate basate sull'analisi di dati emotivi (Chen et al., 2024).
💭 Interazione reale o illusione di connessione?L'IA ci aiuta o rischia di ridefinire il significato delle relazioni? Il pensiero critico ci permette di utilizzarla in modo consapevole, evitando di confondere simulazione e autenticità.
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