Il cyberbullismo è un comportamento aggressivo, intenzionale e ripetuto, attuato attraverso le nuove tecnologie di comunicazione. Può manifestarsi tramite minacce, insulti, furto di identità, diffusione di immagini imbarazzanti o esclusione sociale online. Le vittime possono sviluppare problemi comportamentali (isolamento, calo del rendimento scolastico) ed emotivi (ansia, depressione, bassa autostima).
La Teoria della Mente (ToM) consente di inferire gli stati mentali degli altri ed è legata all’attivazione di aree cerebrali specifiche, come la corteccia prefrontale e le aree temporo-parietali. Il sistema dei neuroni specchio, situato nella corteccia frontale inferiore e parietale posteriore, è implicato nella comprensione delle emozioni e nell’empatia, permettendo di "partecipare" alle emozioni altrui. Tuttavia, entrambi i sistemi sono ancora in via di sviluppo durante l’adolescenza, rendendo i ragazzi meno capaci di percepire le emozioni delle vittime.
Le comunicazioni online, prive di segnali non verbali come espressioni facciali e contatto visivo, riducono l’attivazione dei neuroni specchio e l’empatia. Questo può portare a una maggiore propensione ad atti di cyberbullismo, poiché l’aggressore non riceve un feedback immediato sulla sofferenza della vittima, come avverrebbe in un’interazione faccia a faccia.
Si può intervenire sia a supporto delle vittime sia nella prevenzione del fenomeno, promuovendo lo sviluppo delle capacità metacognitive ed empatiche nei ragazzi. Discussioni in classe e con adulti su situazioni di cyberbullismo possono facilitare la comprensione delle emozioni altrui e ridurre i comportamenti aggressivi online.
Fonte: "Teoria della Mente e neuroni specchio per capire il cyberbullismo" di Giulia Franco, Psicologa, Silvia Vianzone, Ph.D, Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa ed Eddy Chiapasco, Ph.D, Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo. (Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 17, n. 12 – Dicembre 2017)
Educare all’empatia è la chiave per combattere il cyberbullismo.